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Storia

foto GiannaCirca 100 anni fa i nostri bisnonni cominciarono l’attività con una piccola drogheria dove si vendeva un’po’ di tutto, ma in particolar modo piatti già pronti della cucina tradizionale delle nostre zone.In seguito, per soddisfare la continue richieste della gente del luogo, si è data sempre più importanza all’aspetto gastronomico, specializzandosi sulla cucina casalinga. Questo tipo di cucina era l’unico che poteva lasciare un sufficiente margine di guadagno, data la relativa povertà delle materie prime di cui si serve. Quando poi le redini dell’attività sono passate nelle mani dei nostri genitori (la Gianna ed Agostino Chittò) si è andata definitivamente delineando l’attuale forma di conduzione familiare del ristorante.

Dal momento in cui io e mio fratello abbiamo iniziato a collaborare nella gestione del ristorante, abbiamo voluto stravolgere la vocazione di trattoria per fare il verso ai più blasonati ristoranti delle grandi città, ma, solo per evitare di rendere troppo “schematico” il locale, così da fornire nuovi motivi di interesse alla clientela.

Se è vero che una volta si lavorava principalmente con la gente del paese, ora non possiamo certo considerare Recorfano un significativo serbatoio di clienti. Ciò nonostante, il fatto di non doverci misurare continuamente con la concorrenza ci ha permesso di lusso di dare al locale quel tocco di originalità che, fino ad ora, è stata la sua arma vincente.

Nessuno viene a pranzare o a cenare da noi senza conoscere, almeno in modo sommario, il tipo di ambiente e di cucina che troverà.

Quello che però possiamo assicurare a tutti è il massimo della cordialità e del calore che può offrire un ambiente familiare come il nostro. Di questi tempi non è poco!

Per il nostra scelta, risulta un’po’ difficile anticipare menù in modo dettagliato. Il fatto che in cucina cerchiamo di utilizzare esclusivamenteingredienti freschi, qualitativamente migliori, ma molto legati alla stagione, unito alla effettiva impossibilità di cucinare la stessa pietanza sempre in modo identico.

Per la tradizionale ‘Sagra di S. Rocco’ di Ferragosto offriamo, nella fascia oraria serale, dei giorni della sagra, esclusivamente la spalla cotta con qualche piccola aggiunta a nostra discrezione.

Per il futuro l’unica nostra speranza è, fino a che la salute si mantiene buona, poter condurre l’attività senza dover ricorrere a personale esterno alla nostra famiglia.

Qui da noi si crede soprattutto che esista ancora qualcuno che, in nome della pecunia, non abbia ancora sacrificato quelle prerogative che sono sempre state delle nostre vecchie trattorie, e che i moderni ristoranti sembrano aver spesso dimenticato. Parlo di gentilezza che non deve essere affettata e di rusticità che non deve scadere nella rozzezza.

E in fin dei conti, crediamo fortemente che questa strada è senza dubbio quella vincente.

Giacomo e Flavio